03-02-2022
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Instabilità vertebrale e dolore lombare cronico
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L’instabilità vertebrale si manifesta comunemente come "mal di schiena" che tende ad avere carattere ingravescente con episodi di blocco articolare sporadico o ricorrente. Questi sintomi non sono causa di un danno neurologico ma possono determinare importanti limitazioni nelle attività quotidiane con conseguenti disabilità importanti.
Ma che cosa si intende per instabilità vertebrale?
La degenerazione dei dischi intervertebrali nel tratto lombo-sacrale determina un’anomalia di rapporti articolari causante due tipi di instabilità:
- la micro-instabilità vertebrale: in questo caso il rachide mantiene il suo fisiologico allineamento ma la degenerazione dei dischi intervertebrali causa micromovimenti delle vertebre con conseguente infiammazione dei piatti vertebrali o delle strutture articolari che causano la comparsa di dolore lombare;
- la macro-instabilità vertebrale: quando vi è uno scivolamento delle vertebre descritto comunemente come “spondilolistesi”. Vengono riconosciute varie tipologie di spondilolistesi a seconda della gravità stessa dello scivolamento.
Questo tipo di anomalie, in particolare le micro-instabilità, sono più complesse da diagnosticare. La spiegazione risiede nel fatto che è particolarmente difficile identificare movimenti impercettibili e talora inapprezzabili.
Esistono una serie di indagini che vengono in aiuto dello specialista come, ad esempio, le RX, TC ed RM dinamiche.
Molto spesso il trattamento chirurgico è l’unico a determinare una completa risoluzione dei sintomi.
In casi selezionati di instabilità, prevalentemente quelli dove lo scivolamento vertebrale è più importante, la tipologia di intervento consiste nella stabilizzazione vertebrale mediante viti peduncolari, che si inseriscono nel corpo vertebrale. Le teste delle viti peduncolari sono collegate tra loro da barre in titanio. In alcuni casi, se necessario, viene posizionato un distanziatore (gabbia) nello spazio discale .
Quando sono presenti sintomi radicolari si consiglia anche di eseguire una decompressione del canale vertebrale (laminectomia).
Si tratta di procedure molto sicure eseguite in anestesia generale con l'ausilio di controlli radioscopici che confermano al neurochirurgo la corretta posizione dei dispositivi di fissaggio mantenendo l'integrità delle strutture nervose.
Il paziente può riprendere immediatamente la sua normale attività evitando sforzi fisici intensi per il primo mese.
Dopo quindici giorni dall'intervento è fondamentale che il paziente intraprenda un programma di fisioterapia intensiva (rieducazione posturale) al fine di ottenere un risultato post-operatorio soddisfacente.
Dott. Davide Luglietto
Specialista in Neurochirurgia
U.S.I. Piazza Vittorio - Via Machiavelli, 22